2025: L’ANNO DI NOVA GORICA E GORIZIA
DI DARIO LEDRI
Credo che Dario si sarebbe di certo attivato per proporre e realizzare alcune iniziative in occasione di GO2025, evento da lui inteso come la naturale – anche se tardiva – conclusione di una fin troppo lunga separazione di due realtà sociali e culturali contermini, drammaticamente divise dagli accadimenti del “secolo breve”.
A tal proposito ricordo che alcuni anni fa aveva proposto al sindaco Ettore Romoli, con il quale , al di là delle posizioni politiche totalmente divergenti, si era creata una sintonia personale che aveva portato alla realizzazione degli “Incontri della domenica” al Teatro Verdi con la presenza di storici, giornalisti e scrittori su tanti aspetti della storia cittadina. In particolare, saliti insieme in cima al Monte Calvario, Dario aveva prospettato al sindaco Romoli la realizzazione di una terrazza-belvedere sulla intera conca di Gorizia. E sicuramente avrebbe caparbiamente insistito per la realizzazione di quel “museo diffuso del Novecento” di cui i pannelli illustrativi posizionati ai Giardini Pubblici e in Piazza della Vittoria ne costituiscono solo una sintetica anticipazione.
Sono altresì convinto che GO2025 è stata resa possibile anche per il contributo di Dario e di “Isonzo Soča” nel raccontare ai goriziani di ieri – ma soprattutto di oggi – l’appartenenza ad un’area bilingue che, per superare i fantasmi del passato, ha avuto bisogno della realizzazione di due città contermini.
L’una millenaria e l’altra nata nel secondo dopoguerra, che per riconoscersi reciprocamente hanno dovuto stemperare nel tempo il ricordo delle tragedie prodotte dai nazionalismi, anche grazie agli uomini di buona volontà che di giorno in giorno hanno lungamente operato e scavato gallerie – come la vecchia talpa – per il reciproco riconoscimento.
E Dario è stato uno di loro sin da quando – nel lontano 1989, data fatidica della caduta di un altro muro – ha voluto dar vita alla rivista bilingue “Isonzo Soča” , alla partita di volley“senza confini” al di qua e al di là del reticolato della Transalpina, ai racconti e alle descrizioni di paesaggi, persone e cose del territorio oltreconfine visitato in sella alla sua bicicletta e raccontato in un libro di grande fascino. Nonché alle mille altre iniziative: dai già ricordati incontri al teatro Verdi ai percorsi storici in città, dalle escursioni nella selva di Tarnova alla visita alla basilica e al battistero della sua amata Aquileia, dalle escursioni al Monte Nanos ai resti del ponte romano sull’Isonzo, e poi, e poi…
Credo sarebbe giusto, dunque, che in occasione delle tante manifestazioni previste per GO2025, trovasse spazio anche il ricordo ed un semplice ringraziamento per quanto Dario Stasi ha fatto per la reciproca conoscenza delle due città e dei cittadini che vi abitano e che ora vivono in pace sulle sponde dell’Isonzo e della Soča.