ISONZO SOČA 1989 – 2025, UNA LUNGA AVVENTURA

ISONZO SOČA 1989 – 2025, UNA LUNGA AVVENTURA

di AGOSTINO COLLA


La rivista Isonzo Soča, nata nel 1989 grazie al suo ideatore e direttore responsabile Dario Stasi, supportata idealmente ed economicamente dall’editore Transmedia nella figura di Boris Peric, ha aperto, in anni complicati e colmi di aspettative e speranze, una finestra su un orizzonte noto, ma sconosciuto e incompreso ai più. È riuscita nel suo intento di far conoscere una realtà di confine fino ad allora ignorata da maggior parte della politica, ma non dalle persone che qui vivevano e condividevano da sempre, proprio perché mistilingui, sogni e aspettative. Non solo una rivista di frontiera, quindi, ma uno strumento di conoscenza e apertura verso l’altro, mai così considerato e conosciuto fino ad allora. Una rivista che ha avuto e ha il pregio di far conoscere, a chi la leggeva, la storia, la geografia, le arti e l’ambiente di queste terre. 


Terre sconosciute e poco indagate ai più, diventate poi, con la rivista, negli anni, un mezzo per comprendere le vicende di questi luoghi nel tempo, scoprendo al tempo stesso la loro ricchezza, a partire dalle più remote antichità fino alla storia più recente. Uno strumento di lettura del nostro territorio che mai aveva avuto un interesse specifico alla sua valorizzazione. Un viaggio che data 35 anni di indagini storiche, geopolitiche e sociali su un territorio che da sempre ha mostrato la sua valenza mistilingue, dove le persone che da sempre insistono e vivono in questi territori hanno applicato, forse anche in maniera inconsapevole, alte forme di convivenza civile date dai rapporti umani e sociali che si sono intrecciati qui nel corso dei secoli e che, specie durante il ciclo del drammatico ‘900 hanno dovuto fare, loro malgrado, i conti con una lunga storia di lutti e oppressioni  a causa dei totalitarismi nazifascisti da una parte e, dopo il secondo conflitto mondiale, dall’adesione della Jugoslavia prima al blocco sovietico, superato poi nell’appartenenza al blocco dei Non allineati a partire dal 1948. Qui, in questi luoghi, la convivenza pacifica e costruttiva era pane quotidiano. Qui i legami familiari, gli affetti e il lavoro hanno sempre creato quelle occasioni di convivenza civile che hanno, di fatto, costruito il vero tessuto del nostro comune territorio nel corso del tempo. 

Le due città – Nova Gorica e Gorizia – sono a tutti gli effetti alle estremità dei rispettivi territori di competenza geografica e amministrativa, rispettivamente il goriziano e la Goriška. Due città con problematiche comuni e assai complesse: sanità, ambiente, trasporti, logistica, gestione del territorio, risorse naturali (leggi Isonzo). Diverrà importante, quindi, proprio dalla prospettiva di GO2025, affrontare tali criticità con uno spirito e un approccio sinergici. La realtà dei fatti, confermata dalla volontà di entrambe le parti di aderire a un evento culturale ampio e articolato come quello che vivremo per tutto il 2025 è, senza dubbio, propedeutico alla realizzazione di un progetto comune. Un progetto di comunità che procede proprio nell’intento che ha realizzato negli anni l’Unione europea coinvolgendo tutti gli stati che oggi la formano. Un’opportunità per il futuro e un’occasione da cogliere: le persone sono preparate a farlo, e l’hanno confermato con la massiccia adesione all’inaugurazione, l’8 febbraio scorso, di GO2025. Da parte loro c’è volontà di fare questo passo e di pretenderlo dalla politica, che deve fare la sua parte per consegnare un futuro degno di nota alle prossime generazioni. 

 

Lo spirito di questa rivista è sempre stato quello di superare tutte quelle forme di ostruzione e disinteresse per tutte le vicende che ne hanno tracciato la storia nei secoli. Un qualcosa di indefinito e indefinibile a spingerla sempre in direzione opposta e contraria. Ora, grazie a questo spirito, la realizzazione di questi progetti diventerà cosa tangibile e possibile. Proprio in questa occasione un pensiero corre al ricordo di questo nostro caro amico Dario Stasi. Se GO2025 potrà affermarsi come Capitale Europea della Cultura, caro Dario, lo dovrà anche a persone come Te. Alle idee che hai voluto affermare con il tuo lavoro, alla tua passione, alla tua lungimiranza e ai tuoi sogni. 

 

 

Grazie Dario.