di FRANCO JURI
KOREN-CORNO
Così si chiama questo piccolo affluente di sinistra, in realtà un torrente e in parte canale artificiale, che da Nova Gorica si immette nell’Isonzo nella parte italiana, a Gorizia. E così si chiama anche questa rubrica. Perché? Perché sosteniamo le minoranze, anche quelle nello stato liquido, e il loro inalienabile diritto ad affluire con dignità nel celebre fiume comune. Koren-Corno è anche un’ottima metafora della Capitale europea della cultura; del travasamento di culture e idee, beh… qua e là un po’ di feci, ma anche confusioni linguistiche. I fautori del nome bilingue di questo affluente quasi invisibile dell’Isonzo, si sono certo venuti incontro foneticamente Kor/Cor, En/No, ma dal punto di vista del senso hanno fatto male i calcoli; lo sloveno koren vuol dire in italiano radice, mentre corno vuol dire in sloveno rog. Comunque sia, meglio questo del tentativo malriuscito della traduzione contenutistica del monte Krn, diventato in italiano Monte Nero a causa del goffo intervento del traduttore, che ha riportato la variante fonetica Crn e in seguito, nel dizionario, dimenticato la “pipa” sulla Č.
In effetti, per metà dell’anno, il Monte Nero è bianchissimo. O, come potrebbe ribattere qualcuno; “che cosa significhi Koren e cosa porti con sé nel turchese Isonzo, me ne frega un Corno!”. In fondo di fiumi e torrenti Corno ne abbiamo tanti, dal Lazio al Friuli. E sia allora Corno! Se ce ne saranno di più, saranno Corna. Ai significati intrinsechi poi ci pensi ciascuno per sé. E… vai!
GO! 2025 TRA LA DECIMA E TITO
Com’è noto, la premier Giorgia Meloni non ha assistito all’inaugurazione solenne della Capitale
Europea della cultura Nova Gorica/Gorizia GO!2025. Con il suo istinto felino, e per non incappare in fastidiose polemiche, ha preferito glissare su un appuntamento con la città che, orgogliosa del suo passato, mantiene e ribadisce la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, primo ispiratore della fiamma tricolore, e offre gli spazi del municipio ai nostalgici della X MAS. Ma soprattutto ha evitato lo stress che le avrebbe causata la vista sul leggendario Monte Sabotino e l’indelebile scritta NAŠ (nostro) TITO. La prossima volta verrà a Gorizia, ma solo per onorare la X in compagnia di Elon Musk.
RICONCILIAZIONI PRESIDENZIALI
Dopo che tutta Italia ha difeso il suo presidente Sergio Mattarella per aver bacchettato la portavoce russa Maria Sakharova, in quanto il suo paragone tra la Federazione Russa e il Terzo Reich avrà delle conseguenze, in Slovenia nessuno ha difeso la presidente Nataša Pirc Musar dalle accuse del premier Robert Golob. Quest’ultimo l’ha descritta, a causa di una serie di complicazioni e ritardi nella nomina del governatore della Banca di Slovenia, come contraria agli interessi del paese, irresponsabile e non qualificata. Beh, l’impaurita e delusa presidentessa non è rimasta in debito con lui e l’accusa di andare contro gli interesse del paese, per aver lavato i panni sporchi in pubblico, è stata rispedita al mittente. Speriamo e crediamo che i concilianti Mattarella e Pahor intervengano nel conflitto per arrivare alla riconciliazione, e che alla fine anche Golob e la Pirc Musar si inchinino alla Banca di Slovenia mano nella mano.
LUSINÇ