PROSPETTIVE PER IL FUTURO?

PROSPETTIVE PER IL FUTURO?

DI AGOSTINO COLLA

 

Dalla mostra “ Il Secolo lungo 2015 “ a  NGO_GO Borderless 2025 

Dieci anni sono passati dalla mostra citata in questo articolo  alla ormai prossima avventura di GO Borderless 2025. Dieci  anni di lavori, contrasti, delusioni e, contemporaneamente,  speranze per un futuro che tutti noi vorremmo migliore ed  aperto a soluzioni e prospettive per un rilancio politico e sociale in tutta l’area del goriziano e della goriška. Dieci anni  tra una mostra complessa – “ Il Secolo lungo 2015 “- frutto  di più di una trentina di riunioni che più ampie non hanno potuto essere; coinvolti in quell’ampio processo di conoscenza e condivisione tra la redazione della rivista Isonzo Soča  e Fondazione CariGo, Provincia di Gorizia, Musei provinciali  di B.go Castello, Comune di Gorizia, Goriški Muzej di Nova  Gorica, TransMedia Spa hanno portato la mostra stessa  ad essere collocata prima a Gorizia al Museo di S. Chiara  e, successivamente al Palazzo della Minerva a Roma, sede  degli atti parlamentari del Senato della Repubblica italiana,  ed in seguito alla Biblioteca France Bevk di Nova Gorica. La  mostra, nel dettaglio ha avuto non solo riscontri notevoli di  partecipazione del pubblico nelle varie sedi ma, ha destato il  profondo interesse di personalità e portatori di interesse circa le complesse ed articolate vicende del confine orientale e di tutte le problematiche ad esso collegate. A questa fase  è succeduta, con non poche polemiche e contrapposizioni,la lunga e assai faticosa installazione dei tabelloni storici – collocate ai  Giardini pubblici di corso Verdi ed in  piazza della Vittoria-non priva di prese  di posizione antistoriche quali quelle  rappresentate dalla Lega Nazionale  che ha rallentato di fatto, la fruizione  di quello che a ragione abbiamo voluto chiamare Museo diffuso del ‘900  che ancora oggi fa bella mostra di se  illustrando sinteticamente le vicende  del goriziano e del confine orientale  nel XX secolo. Pare giusto ricordare, a  questo punto, che le cose fin qui trattate hanno avuto , nella rivista Isonzo  Soča, una adeguata e completa copertura mediatica attraverso i numeri 104 ottobre/ novembre 2014, 105  gennaio/febbraio 2015, 106 aprile/ maggio 2015, anche se, ed è un vanto  cui si fregia la stessa rivista, tutti gli  argomenti trattati sono sempre stati  il “pane quotidiano” offerto in più di  trent’anni ai suoi fedeli lettori. Riporto qui, in calce, le parole del nostro compianto Direttore Dario  Stasi in merito ai molteplici interventi che la rivista ha fatto nel  corso di più di trent’anni sull’argomento:

La riscoperta del Goriziano – Passaggio a  Nordest

fin dalle sue prime uscite questo giornale ha sempre conside rato il confine come ciò che più caratterizza il nostro territorio.  Isonzo Soča ha messo in vario modo sotto la lente di ingran dimento i temi storici, geografici, politici e culturali inerenti il  Goriziano (Goriški prostor), un territorio separato da un confine di stato, prima fra Italia e Jugoslavia e poi fra Italia e Slove nia. Un confine storicamente “mobile”, ma divenuto “stabile”  nel 1947, dopo il Trattato di pace di Parigi successivo alla  seconda guerra mondiale. Un confine difficile, rigido, specie  nei primi anni della sua esistenza, quando è stato chiamato  anche “cortina di ferro”; un confine che separava il mondo  occidentale da quello comunista dell’Europa dell’Est. Al tem po, dal 1947 in poi, per la città di Gorizia rimasta in Italia e per  il territorio del Goriziano assegnato alla Jugoslavia, questo  confine è stato uno shock. Gorizia allora, la “città” italiana,  è diventata una testa senza corpo e il territorio sloveno, la  “campagna”, un corpo senza testa. Per anni il confine è stato  una barriera difficile da attraversare, quasi impermeabile. Poi  pian piano le cose sono cambiate. La “città” in Italia ha vissu to fra alti e bassi con la sua piccola Provincia (e con la legge  di Zona Franca), mentre la “campagna” prima in Jugoslavia  e successivamente in Slovenia, ha voluto ma anche dovuto  costruirsi un nuovo centro urbano, Nova Gorica, quale nuovo  capoluogo amministrativo, dei servizi e dei commerci di quel  territorio. 

cit. Dario Stasi – rivista Isonzo Soča n°113 febbraio/marzo/ aprile/maggio 2017 

Riprendiamo e riassumiamo in queste pagine i temi storici  che abbiamo raccolto in tanti anni di ricerca sul territorio del  Goriziano e pubblicato di volta in volta su Isonzo Soča. Forse  il lettore che ci segue assiduamente troverà superflue queste  pagine. Ma dato che in questi ultimi anni parliamo e scriviamo con sempre maggiore insistenza della realizzazione di un  Museo diffuso del Novecento e più in generale della storia del  Goriziano (in Italia e in Slovenia), altri lettori ed amici ci hanno  più volte richiesto di esporre un’idea complessiva del nostro  punto di vista. Lo facciamo qui di seguito, rammentando che  si tratta solo di uno sguardo molto parziale ma foriero di ampi  sviluppi perché, come qui si può intuire, questa nostra storia è sorprendentemente ricca e meritevole di essere racconta ta e valorizzata. Anche, come abbiamo più volte richiesto,  con un museo o una mostra permanente. Si potrebbe per  esempio utilizzare la galleria Bombi, investendo sul richiamo  turistico della città e affidando a uno studio di architettura specializzato la realizzazione alla grande di un progetto su  questi temi. In fondo è questo il nostro obiettivo. 

cit.Dario Stasi rivista Isonzo Soča n°113 febbraio/marzo/apri le/maggio 2017 

cui si possono aggiungere le parole conclusive al discorso  del Presidente del Senato della Repubblica italiana Senatore  Pietro Grasso all’atto della mostra “ Il Secolo lungo 2015 “ a  Roma presso il Palazzo della Minerva. 

“Il dovere della memoria” 

… Gorizia e Nova Gorica, una in Italia e l’altra in Slovenia  con il loro territorio circostante, sono così pregne di storia  da costituire un unicum per i due paesi e per la stessa  Europa… 

… L’augurio è che l’Europa unita, libera dalle contrapposi zioni etniche ed ideologiche, possa essere la patria dove tutti  possano riconoscersi come parte di un’unica comunità, con dividendo con serenità storia e cultura e respingendo con  decisione e convinzione il male del proprio passato, per co struire una memoria condivisa e un futuro per i nostri giovani,  nel quale regni il rispetto assoluto della dignità umana e dove  la violenza e l’odio siano solo un doloroso ricordo.

cit. Pietro Grasso – rivista Isonzo Soča n° 106 aprile/maggio  2015 

Dieci anni anche dall’inizio di una bella avventura denomi nata “La Storia teatro” che ha visto, a partire dal 2014 fino al  2020 alternarsi al Teatro Verdi a Gorizia con la collaborazione  del Comune di Gorizia, le più importanti figure di storici ita liani e stranieri a discutere, presentare e tenere delle vere e  proprie lectio magistralis sulle vicende storiche centrate sugli  accadimenti del XX secolo qui ai confini orientali. Alessandro  Barbero, Corrado Augias, Paolo Mieli, Egidio Ivetic, Marta  Verginella, Mario Isnenghi, Alessio Stasi, Silvano Cavazza,  Nadia Velušček, Anja Medved, Maddalena Del Bianco, Rena to Podbersic i nomi che si sono alternati a Teatro con le loro  lezioni sulla storia delle nostre terre. 

E vengo alla conclusione di questo articolo che contiene un  punto interrogativo nella sua presentazione. Ciò che stato  fatto e posto in atto affinché Nova Gorica e Gorizia potessero  fregiarsi del prestigioso titolo di Città della Cultura europea  per il 2025 è certamente ragguardevole e degno di rispetto.  Perché possa essere non solo un appuntamento limitato dal  tempo e dallo spazio c’è bisogno, quindi, che possa avere  una valenza culturale profonda e continuata nel tempo ben  oltre la sua data di scadenza. A mio modesto avviso, è necessario che avvengano almeno delle cose almeno da parte  goriziana. Non si dovrà disconoscere quanto avvenuto sto ricamente nel nostro novecento ma, necessariamente, ci si  dovrà affrancare definitivamente quantomeno dal ricevere  nella Casa comunale i reduci della Xa Mas con i loro lugubri  labari nel giorno del ricordo e togliere definitivamente la citta dinanza onoraria a Benito Mussolini vista la Delibera Consigliare del Comune di Gorizia del 24.05.1924. 

Solo così si potrà dimostrare, una volta per tutte, la volontà  di guardare e pensare ad un domani veramente condiviso.