RELAZIONE PROGETTO “SYUM-BÀLLO”

RELAZIONE PROGETTO “SYUM-BÀLLO”

di MELANIA KALZ

 

Progetto per la realizzazione di un’opera d’arte itinerante, con il coinvolgimento dei ragazzi della società cooperativa sociale “AD FORMANDUM”, del centro di ospitalità “SAN LUIGI” di Gorizia e dell’Istituzione pubblica “LJUDSKA UNIVERZA AJDOVŠČINA“ di Ajdovščina.

“Syum-bàllo” è l’etimologia della parola “simbolo” e significa “mettere insieme”, unire, creare un legame. Nella Grecia antica il simbolo era denominato “tessera hospitalis”, per cui due individui, due famiglie o due comunità rompevano in due frammenti una tessera, spesso un contenitore di terracotta e ognuno ne conservava, come dono sacro, una parte.  Questa, ricongiunta o meno in un futuro incontro, anche lontano nel tempo, avrebbe per sempre testimoniato dell’antica amicizia.

 

Partendo da questa remota e bellissima tradizione, il progetto, proposto e coordinato da Ambra Marega, ideato e condotto laboristicamente da Manuel Grosso e seguito dalla referente Ad Formandum Melania Kalz, ha attualmente terminato la fase elaborativa presso lo studio artistico Maninarte di Romans d’Isonzo. Qui i ragazzi delle tre realtà educative coinvolte, il San Luigi, Ad Formandum e la Ljudska Univerza Ajdovščina, facendo esperienza di uno spazio specificamente dedicato all’arte, hanno proposto e studiato graficamente, coloristicamente e compositivamente le idee poi sfociate nella bozza definitiva. Ora, nella seconda fase, presso le sedi di Ad Formandum, ci si avvierà alla realizzazione dell’opera su dei grandi pannelli di legno che compongono un cerchio di tre metri di diametro.

Secondo una bella intuizione, le tre parti combacianti e convergenti al centro della forma, rappresentanti il ricordo dell’alleanza, del riconoscimento reciproco di un’umanità che, oltre i confini culturali, politici, sociali, religiosi, temporali e identitari ci rende tutti fratelli e figli di questo pianeta, sono state divise secondo delle linee che ricalcano esattamente il percorso dei tre importanti fiumi che attraversano gli Stati d’origine dei ragazzi: Il Brahmaputra per il Bangladesh, la Medjerda per la Tunisia, l’Isonzo per la Slovenia e l’Italia.

Altra particolare idea scelta dai ragazzi, molto evocativa dei temi del contatto, della prossimità, dell’intimità e che riprende la forma di alcune antiche tessere hospitalis, è stata quella di reiterare la forma della mano che in tutta l’opera compare in infinite varianti, ma non vogliamo rivelare troppo.


Da un punto di vista didattico, utilizzando le modalità del pensiero visuale e delle tecniche aperte atte a rendere l’inesperienza artistica non un ostacolo, ma un vantaggio, l’attività ha posto fortemente l’attenzione sull’ espressività di ognuno, cercando di aprire la strada alle unicità e ai diversi background culturali. Come ciascuno può essere inteso nell’accezione individuale di “persona (“per se unum”) e, allo stesso tempo, in quella relazionale di “prosopon” (“colui che mi sta di fronte”), perché siamo sia individui irripetibili, sia il frutto del rispecchiamento negli occhi degli altri, così l’opera è la manifestazione di quello che è stato un continuo processo di dialogo, di confronto tra sé e l’altro da sé durante tutto il percorso laboratoriale.


Vedere i ragazzi entusiasti, assertivi, curiosi dei propri compagni di viaggio, intensi e profondi nelle riflessioni su argomenti anche complessi, ha restituito a noi accompagnatori un sentimento di gioia e la consapevolezza che nuovi ed edificanti orizzonti di senso, se favoriti, possono creare solidi ponti tra vite pienamente vissute.


Il manufatto verrà inizialmente presentato presso la Piazza Transalpina, diventerà poi opera itinerante e, infine, separato ed esposto nelle tre sedi di Ad Formandum, del San Luigi e della Ljudska Univerza Ajdovščina.