GRAD LOŽE

GRAD LOŽE

di EVA ŠUŠNIK

A sud-ovest di Vipava, nell’alta Valle del Vipacco, sul terreno che sale verso il Carso, nel punto di passaggio tra la valle verde e la terra rossa carsica, si trovano dei pittoreschi villaggi: Goče, Slap e Lože. Quest’ultimo è un insediamento compatto, composto da tre nuclei: Srednja vas, Zadnja vas e Jamški. È formato da tipiche case rurali con caratteristici telai e portali in pietra e cortili interni – i borjači – protetti dalla bora. Sul lato rivolto ai vicoli del paese si presentano le facciate posteriori delle case, che formano le caratteristiche stradine chiamate gase.

 

A ovest del borgo, su un lieve rialzo, sorge un edificio particolare, più importante e più grande di qualsiasi altra costruzione del villaggio. Si tratta del Castello di Lože, chiamato anche Palazzo Cobenzl o Leitenburg. L’edificio è inserito nel registro del patrimonio culturale come monumento di importanza locale, una residenza con giardino le cui origini risalgono al XII secolo. La descrizione del monumento indica che «al posto del castello medievale fu costruito, a metà del XVII secolo, un palazzo barocco, utilizzato come residenza, con due torri angolari ruotate e una cappella». Il cortile era delimitato da edifici agricoli in parte crollati del XIX secolo, e lungo l’asse del palazzo si estendeva un tempo un giardino terrazzato.

 

Ancora oggi, questo imponente edificio sopra il paese resiste a fatica al trascorrere del tempo, ma sotto l’intonaco cadente conserva quasi mille anni di storia, di vicende familiari, di mutamenti sociali, di personalità importanti e di idee progressiste. La storia dell’intero territorio si riflette nella storia privata della villa e testimonia il ruolo e il significato che un tempo ebbe per questa regione.

 

Lo storico dell’arte e architetto prof. dr. Igor Sapač sintetizza così la storia della villa:
«L’edificio fu costruito come corte medievale non fortificata già nel XII secolo per volontà dei conti di Bogensperg. Nel XVI secolo il possedimento passò alla famiglia carinziana dei Cobenzl. La villa fu eretta (prima del 1675) da Giovanni Filippo Cobenzl, sposato con Caterina Lanthieri; nella concezione dell’edificio principale si ispirò probabilmente al modello veneziano. Dopo l’estinzione della famiglia Cobenzl nel 1810, la villa e tutte le proprietà furono ereditate dai Coronini-Cronberg, che nel 1822 la vendettero al medico dr. Josef Mayer. L’ultimo proprietario della villa prima della Seconda guerra mondiale fu il pronipote Eugen Mayer, agronomo, frutticoltore e viticoltore, che gestì con successo il possedimento fino al 1940. Tra le due guerre, nella villa dei Mayer si riunivano numerosi noti artisti e intellettuali, tra cui i pittori Veno Pilon, Rihard Jakopič, Avgust Černigoj e lo scrittore France Bevk. Veno Pilon, nella sua autobiografia, scrisse così del castello: “Allora mi rallegravo della compagnia dell’amico France Mesesnel, che spesso tornava alla sua casa di Vipava. Mi introdusse nella villa di Lože dai Mayer, dove godevo frequentemente della loro ospitalità e ammiravo la grande collezione Cobenzl di antichi dipinti.”»
(fonte: I. Sapač: Grajske stavbe v zahodni Sloveniji, Zgornja Vipavska dolina, Ljubljana 2008)

 

La famiglia Cobenzl, che fece costruire la villa, operava al servizio degli Asburgo e, grazie alla sua costanza e determinazione, divenne nota in tutta Europa nei campi della politica, diplomazia, filosofia e arte. Ebbe grande influenza anche su numero si insediamenti della nostra zona, in particolare Štanjel. A Gorizia, Giovanni Cobenzl fece costruire nel 1587 il Palazzo Cobenzl, l’attuale arcivescovado, descritto nel XVIII secolo dallo studioso Carlo Morelli come «la più bella dimora della città».

La villa di Lože si trasformò e si ampliò nel corso della storia, seguendo le esigenze e le possibilità dei suoi proprietari. Da residenza di villeggiatura, composta da un corpo centrale e una casa destinata alla servitù, il possedimento si espanse verso la valle con un sistema di terrazze. Il segno più forte lo lasciarono gli ultimi proprietari, i Mayer, menzionati da artisti e letterati del periodo tra le due guerre. Famiglia di pensiero progressista, originaria della Germania, durante la loro gestione il complesso divenne un piccolo villaggio autosufficiente:
«Il complesso era costituito dalla parte rappresentativa centrale, con l’abitazione della famiglia Mayer, e da due ali laterali destinate alla servitù e alle scuderie. Vi erano inoltre edifici con fucina, rimessa per carri, falegnameria e stalle. Fino alla Seconda guerra mondiale erano ancora conservate la ricca collezione pittorica e il mobilio barocco dei Cobenzl, insieme alla grande biblioteca e all’archivio di famiglia. Durante la guerra, la famiglia Mayer lasciò la villa, portando con sé parte degli arredi e la preziosa collezione Cobenzl. Secondo il racconto del locale Jože Benčina, dopo la guerra ciò che rimaneva fu disperso tra gli abitanti del luogo. I militari avevano perfino intenzione di incendiare la villa, ma di fronte all’opposizione degli abitanti trovarono un compromesso: portarono via tutte le porte e le finestre.»
(fonte: Manica Lavrenčič, tesi Središče gastronomije, 2013)

 

Curiosità: nel castello di Lože nacque nel 1895 Ana Kansky, sorella dell’ultimo proprietario Evgen Karl Mayer, la prima donna a conseguire un dottorato in scienze (chimica e fisica) presso l’Università di Lubiana. Nonostante i pregiudizi dell’epoca, si laureò con lode e, si racconta, finanziò parte degli studi organizzando la raccolta estiva delle albicocche dei frutteti di Lože e vendendole a Trieste e Gorizia.

Dopo la Seconda guerra mondiale, con il mutato clima politico, la villa venne nazionalizzata insieme a tutti i terreni circostanti: vigneti, frutteti e boschi. Tra il 1949 e il 1961 vi operò una scuola di viticoltura, poi il complesso fu adattato ad alloggi per lavoratori. Negli anni ’80 il palazzo fu affittato all’azienda Mlinotest di Ajdovščina, che intendeva trasformarlo in un casinò con ristorante e hotel. Tuttavia, a causa del deterioramento e della lentezza dei lavori, la villa fu definitivamente chiusa nel 1987. L’edificio divenne poi sito di ritrovi privati che ne danneggiarono ulteriormente gli interni e l’arredo storico. Scomparvero senza traccia le porte barocche dei Cobenzl con ferramenta forgiata. Anche il giardino divenne completamente invaso dalla vegetazione. In seguito vennero avanzate diverse idee di riutilizzo, tra cui la trasformazione in museo della lotta di liberazione.

 

Nel 2013 il complesso è stato restituito ai discendenti della famiglia Mayer, che oggi lo gestiscono, lo proteggono e lo mantengono, difendendolo da vandalismi e da investitori che vedono nel patrimonio soltanto profitto, ignorandone il valore culturale e storico. Nello stesso anno, la studentessa di architettura Manica Lavrenčič presentò una tesi intitolata “Centro della gastronomia – progetto concettuale di ristrutturazione del castello di Lože”, nella quale propose la rinascita del complesso attraverso la gastronomia locale e programmi educativi, con l’idea di creare un centro culturale e turistico di respiro internazionale. Questo pensiero contribuì alla fondazione del Circolo Culturale von Leitenburg, che oggi organizza eventi per rivitalizzare la villa, coinvolgere la comunità e sensibilizzare sul potenziale futuro del luogo. Nel 2023 è stata installata una Big Bench (panchina gigante) sul sentiero tra il castello e il villaggio di Slap, come nuova attrazione panoramica, grazie alla donazione di un sostenitore privato.

 

Con la sua presenza materiale, la sua storia ricca e le personalità straordinarie ad essa legate, il castello testimonia l’importanza che questo luogo ha avuto e continua ad avere. Un’importanza che a volte la comunità locale tende a dimenticare – ma che, come un tempo, è profondamente intrecciata con la storia e l’identità della Valle del Vipacco.



Articolo originale in Italiano.