RADIO JUDRIO. VIVERE DENTRO LA FRONTIERA. UN PROGETTO DI COPPIA
di BARBARA PASCOLI
Lontana quindici chilometri dal primo supermercato e dieci dal primo bar, Oborza conta in tutto ventidue abitanti: meno di un condominio di città. Massimo Crivellari ed io ci siamo arrivati nel 2017, spinti dalla voglia di lasciarci alle spalle un po’ di zavorra e di dare una nuova direzione alla nostra vita, quasi come dei pionieri.
All’epoca abitavamo in pianura, in un paese dell’Isontino che, negli anni, era rimasto intrappolato tra tangenziali e centri commerciali e aveva perso gran parte della campagna circostante. Sognavamo una casetta nel verde, ma il Collio o il Carso, vicini e desiderabili, erano fuori dalla nostra portata. Così, quando ci siamo imbattuti in un’inserzione per una casa in vendita ad un prezzo accessibile, ci siamo messi in macchina e siamo andati a vedere. Dove? In una frazione sperduta vicino a Castelmonte, con un nome che suonava ridicolo e, perfino, un po’ esotico: Oborza.
Man mano che la strada si inoltrava nella valle del Judrio e la natura prendeva sempre più il sopravvento, schivando buche e rami bassi ci ripetevamo che mai e poi mai avremmo potuto vivere tanto distante da negozi, bar, cinema. E invece… Rimanemmo talmente affascinati da quella casa, in quel piccolo paese fatto di orti, alberi da frutto e boschi, che ce la saremmo presa anche se ci avessero detto che era infestata dagli spiriti.
– Guarda il mare, là in fondo! – disse Massimo una volta uscito in giardino, puntando il dito verso la pianura.
Pochi mesi dopo ci trasferimmo, senza renderci conto che, comprando la casa, saremmo entrati a far parte di una comunità. La nostra presunzione cittadina, poco incline ai rapporti con il vicinato, stava per essere travolta. La scelta era semplice: farsi accettare dagli indigeni (nel senso di nativi) o vivere ignorandoli, come se non ci fossero. Non ci abbiamo pensato due volte. Oltre che con la natura, che in questi posti è – per fortuna – selvatica, abbiamo deciso di confrontarci anche con una mentalità, nel bene e nel male, altrettanto selvatica.
Il progetto “Radio Judrio” parte da qui, dalla nostra esperienza personale, per parlare della vita nelle terre alte non turisticizzate e, per questo, dimenticate dallo Stato. Come scrive Marco Albino Ferrari in “La montagna che vogliamo”, non è solo la quota a fare la montagna.
Con gli strumenti che avevamo – la fotografia per Massimo, la scrittura per me – abbiamo provato a dare voce alla nostra nuova patria. Ne è nato un libro, pubblicato da Kappa Vu, e una mostra che è già stata ospitata dallo SMO (Museo di paesaggi e narrazioni di San Pietro al Natisone) e dal festival LetterAltura di Verbania.
Nel libro, attraverso quattordici racconti e ventotto fotografie, affrontiamo i temi del confine, dell’abbandono, dell’amore, della distanza dalla civiltà e di quella – a volte anche profonda – tra chi arriva da fuori e chi qui ci vive da sempre. A uscirne al meglio sono i rappresentanti del secondo gruppo, ultimi custodi di una scala di valori legata a un mondo che altrove non esiste più.
Per la mostra, invece, Massimo ha lavorato su paesaggi sospesi, dai colori tenui, spesso privi di figure umane ma mai del loro intervento: una baracca di caccia abbandonata, una vecchia automobile in un prato, i bicchieri di un bar. Il formato scelto per le fotografie è piccolo, in armonia con la brevità dei racconti.
La visione che ne esce è corale: due sguardi che, in questa valle, hanno trovato una nuova sintonia.
Massimo Crivellari e Barbara Pascoli sono marito e moglie.
Fotografo professionista, Massimo Crivellari si occupa di industria e architettura. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. La sua ultima personale, Lampi, è stata ospitata dal Museo della Grande Guerra di Gorizia (novembre 2023 – gennaio 2024). La sua ricerca sul paesaggio antropizzato, che indaga l’interazione tra uomo e ambiente, gli ha valso il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia del CRAF. Ha pubblicato diversi libri fotografici dedicati a natura, architettura e territorio, tra cui L’incanto delle Lagune, Alpi e Prealpi, L’Isonzo, Il Carso, Trieste, Il Collio.
Consulente marketing, Barbara Pascoli ha pubblicato racconti e romanzi. Dal 2021 cura il concorso letterario Prepotto. I racconti dello Schioppettino, promosso dal Comune di Prepotto (UD), dove ricopre il ruolo di assessore alla cultura.
Articolo originale in Italiano.