GAP THE MIND. SERMONE DELLA MONTAGNA 2.0

GAP THE MIND. SERMONE DELLA MONTAGNA 2.0

di MARCO MARANGONE

Il presente articolo non parla di montagna.

Parla dello spazio che la circonda senza il quale per noi essa non sarebbe tale. “Mind the gap” è l’avvertenza scritta in prossimità delle banchine della metropolitana nelle città anglofone. Qui proviamo a ribaltare alcuni schemi interpretativi suggerendo di aprire spazi nella mente, pertanto… Gap the mind! Incamminiamoci.

La montagna ci consente di fare un’esperienza fisica intensa e prolungata della forza di gravità, assai più di quanto ci offra l’ordinaria occasionalità artificiale costituita dalla rampa di scale o dal dislivello stradale nel nostro vivere urbano. Ciò fa riemergere alla nostra attenzione la fatica, la perseveranza e la pazienza richieste nei processi di elevazione: contrastare la forza di gravità infatti non è l’impostazione di base dell’essere umano, solitamente propenso ad accondiscendere ad essa per risparmiare energia, evitare rischi, conformarsi a ciò che anche gli altri fanno, adottare scelte e comportamenti facili procedendo sul piano o, ancora meglio, in discesa. Abbandonandosi senza opporre resistenza all’inerzia che lo trascina verso il basso, l’essere umano è in balia delle pulsioni (facciamo pure riferimento ai sette vizi capitali) e reagisce alle sollecitazioni delle circostanze (la zona grigia di cui parla Primo Levi in I Sommersi e i salvati) in modo meccanico a seconda della pressione che esse esercitano sul suo sistema psico-emotivo di sopravvivenza.


Va facilmente in risonanza con ciò che solletica la sua emotività collegata alla paura (e da essa rabbia e odio) ed è in tale condizione particolarmente esposto alla manipolazione. Mi sembra istruttiva la cruda lezione che possiamo derivare dalla psicosi collettiva che sta travolgendo la stragrande maggioranza dei cittadini dello stato di Israele: essa abbatte senza appello l’illusione positivista che intelligenza, cultura, ed esperienza (del dolore e dell’orrore di persecuzione subita in passato) possano costituire argini sufficienti allo scivolamento sino alle tenebre più profonde sul piano inclinato della zona grigia. È qualcosa che abbiamo già visto in passato e che rivedremo ancora.

Da tale terreno paludoso non ci si salva con la ragione né con virtuosi bagagli valoriali. La montagna ci insegna che pretendere di poter fermare una valanga è cosa insensata e inattuabile eppure … è ciò che costantemente cerchiamo di fare con i prevedibili (e ovviamente frustranti) risultati, nel migliore dei casi effimeri quando non del tutto nulli. Le guerre, lo sfruttamento delle persone e della Natura, le diseguaglianze, la fame, ecc. sono in realtà la naturale conseguenza della conflittualità che alberga in ogni individuo e di cui la permanente attività mentale compulsiva e disfunzionale, come Eckhart Tolle definisce l’Ego (bla-bla-bla, commenti, giudizi, dialoghi interiori immaginari) ne è specchio.

La valanga comincia con una palla di neve che rotola e progressivamente si ingrossa. Nella loro vita quotidiana le persone (escluso te, caro evoluto lettore) non perdono occasione di arrabbiarsi, indignarsi, offendersi, irritarsi, spazientirsi, sovraeccitarsi, e di conseguenza biasimare, accusare, sentenziare, svalutare, tradire, ingannare o deridere qualcun altro riuscendo sempre a darsene una giusta giustificazione.

Considerano ciò normale e definiscono sé stesse “consapevoli”. Non ci sono bandiere, slogan, sottoscrizioni, marce, appelli che tengano perché la divisione interiore nella mente umana è cronica e la conflittualità che ne deriva è esattamente ciò che esportiamo all’esterno (in famiglia, nel vicinato, sul posto di lavoro, …). Le radici di tale disfunzione non sono accessibili alla mente razionale e, pur di ritenerci sani di mente, ci comportiamo come il topo in testa all’elefante che crede di determinarne la direzione (“Sono io che gli detto di girare a destra!”). Ma Mr. Hide può manifestarsi in qualsiasi momento. Ogni tanto qualcuno accoltella qualcun’altro. “Era una così brava persona, faceva anche volontariato” dichiarano i vicini e si archivia il caso come un raptus. Se vuoi approfondire puoi scegliere tra l’opera omnia di Carl Gustav Jung o leggere il breve libro di Dostoevskij “Cronache dal Sottosuolo” (posso immaginare cosa hai scelto). Se hai ancora dubbi sulla divisione interiore e sulla legione di personalità che ogni persona ospita (sempre escludendo i presenti) ti invito a prestare attenzione al comportamento schizofrenico che gli umani adottano durante le escursioni in montagna. Si esprime amicalità e benevolenza salutando ogni sconosciuto incrociato sul sentiero ma già pochi minuti dopo, al rifugio o al parcheggio, il prossimo non è più così prossimo ed è ritornato ad essere parte di quella folla anonima ed estranea alla quale nella migliore delle ipotesi rivolgiamo indifferenza ma dalla quale più spesso diffidiamo e che percepiamo come minaccia. Anche le ideologie e le religioni ispirate dalle migliori intenzioni e da nobili princìpi hanno costellato la Storia di roghi, lager e persecuzioni.

L’intellettuale italiano più letto nel mondo è Antonio Gramsci, un formidabile pensatore. Prestiamo attenzione al titolo del suo celebre libro “Odio gli indifferenti”. E le palle di neve continuano a rotolare… Se non comprendiamo bene su quale piano abbia origine il problema continueremo ad imbiancare il soffitto per coprire la macchia di umido che periodicamente si ripresenta, senza mai andare a riparare il tetto. Il filosofo Pascal scrisse che tutti i problemi dell’umanità derivano dall’incapacità delle persone di restare sedute in silenzio in una stanza. La quiete, la cornice di Natura che ci ricorda che ne siamo parte e la fatica fisica del cammino acquietano per un breve periodo l’attività ossessiva della nostra mente creando spazi di silenzio in essa e da ciò deriva il senso di benessere che proviamo quando andiamo in montagna. Ma se vogliamo seminare pace dobbiamo essere pace come condizione esistenziale e non solo di domenica quando il mondo (gli altri) ci dà tregua.

Le tradizioni spirituali (spogliate dagli orpelli religiosi) e gli insegnamenti dei Maestri, da sempre ci indicano la direzione per farlo e ciò costituisce una responsabilità individuale. Ora puoi passare rapidamente al prossimo articolo, tornare ai tuoi pensieri oppure fare spazio tra essi e lasciare decantare quanto hai appena letto.

Gap the mind



Articolo originale in Italiano.