Rivista – Revija št. 121

Articoli dell’edizione 121 – Ottobre 2025

Viviamo in un tempo in cui il coraggio si misura diversamente rispetto al passato. In montagna lo mettiamo alla prova ad ogni passo in salita, nella vita invece con la decisione di non distogliere lo sguardo.

L’alpinista e filosofo Klement Jug (1898–1924) nacque a Solkan e appartiene a quella generazione che, nella giovinezza, visse la Prima Guerra Mondiale e i cambiamenti successivi, due periodi che agirono con dinamiche completamente differenti.

Tra i numerosi spostamenti notturni, permettetemi di descriverne uno breve ma intenso.

I confini in Europa sono scomparsi. Non esistono più. Esiste solo un confine: a Trieste. L’ultimo confine.

Se ci soffermiamo più attentamente sulle opere storiche, tanto più antiche quanto più recenti, possiamo notare rapidamente che le donne, come protagoniste, vi compaiono per lo più di rado, e che il loro ruolo è considerato in modo parziale o addirittura omesso.

Le caffetterie hanno sempre avuto un ruolo importante a Gorizia, già dai tempi dell’Impero austro-ungarico.

A sud-ovest di Vipava, nell’alta Valle del Vipacco, sul terreno che sale verso il Carso, nel punto di passaggio tra la valle verde e la terra rossa carsica, si trovano dei pittoreschi villaggi: Goče, Slap e Lože.

Si sente spesso dibattere, in questi tempi assai turbolenti e angosciosi, di quale possa essere la funzione della comunicazione.

A rivin segnâi confuartants dal Friûl orientâl. Al sarà ancje pai efiets colaterâi di GO2025, ma la atenzion che e je daûr a gjoldi cheste part dal Friûl e à lescjât une schirie di intervents e di avigniments che si scuen marcâju e daûr une

Carlo Tavagnutti, goriziano, classe 1929, fotografa dagli anni ’50 dedicandosi principalmente al paesaggio alpino e alle testimonianze di vita sulle “terre alte”.

Ci sono momenti e situazioni in cui per affrontare un certo argomento, per scriverci, bisogna per forza muoversi di rimbalzo, di sponda, nel basket si direbbe “di tabella”.

Lontana quindici chilometri dal primo supermercato e dieci dal primo bar, Oborza conta in tutto ventidue abitanti: meno di un condominio di città.

Le cime delle Alpi Giulie e gli splendidi scenari della valle dell’Isonzo e del Parco del Triglav sono da sempre luoghi dell’anima per chi ama percorrere i sentieri montani in cerca di panorami, pace e tranquillità.

Non è piu` inverno, ancora non è primavera. Nella terra di nessuno tra l’uno e l’altro periodo la carovana carnevalesca si apre il cammino.

Questo testo costituisce una rivisitazione dell’intervento pronunciato in apertura della manifestazione che si è tenuta il 6 settembre al molo Audace di Trieste, in sostegno della missione della Global Sumud Flotilla verso Gaza.

Parto ancora una volta in treno. È una domenica d’agosto e la stazione di Gorizia centrale è affollata: tra i viaggiatori, diversi hanno con sé la bici, come me.

Marzo 1953, la morte di Stalin chiude gli anni di tensione tra l'Unione Sovietica e la Repubblica Federativa di Jugoslavia che si sono succeduti dalla decisione di Tito, nel 1948, di distaccarsi dal blocco comunista dell'Est Europa.

Il Covid ha segnato uno spartiacque, una cesura, un confine tre due epoche storiche, con “prima” e un “dopo”.

Il presente articolo non parla di montagna. Parla dello spazio che la circonda senza il quale per noi essa non sarebbe tale. “Mind the gap” è l’avvertenza scritta in prossimità delle banchine della metropolitana nelle città anglofone.

Tra tanti “cammini” a disposizione, c’è anche quello dei “monti goriziani”. È un percorso circolare affascinante che può essere avviato da qualsiasi punto, per comodità qui si sceglie la piazza del Municipio di Gorizia.

Lo scrittore croato Miroslav Krleža, morto nel 1981 a Zagabria, scrisse in una delle sue opere, che quando in un'osteria dei Balcani si spengono le luci, gli ospiti impugnano il coltello, come per dire che i popoli balcanici hanno un sangue bollente.

Questa volta inizio parafrasando il titolo dell’interessantissimo libro di Raoul Pupo, noto storico triestino, Adriatico amarissimo-Una lunga storia di violenza, uscito quest'anno a marzo.

Se ripenso alla mia infanzia, quando leggevo Topolino in italiano, grazie al quale ho imparato la lingua — insieme naturalmente alle trasposizioni italiane dei leggendari cartoni animati giapponesi degli anni Ottanta

Francesco Fain nel suo articolo del 4 settembre su “Il Piccolo” ricorda la proposta di Dario Stasi, e del giornale che dirigeva, rinato quest’anno, di utilizzare la galleria Bombi per creare un museo del’900.

Vipavski Kriz (l’antica Santa Croce), nel comune di Aidussina (Ajdovscina), viene definito nel linguaggio turistico “un piccolo borgo pittoresco, cinto da mura, oggi uno dei monumenti culturali e storici più belli della Slovenia”,

“Amico caro, permetti che ti presenti il mio atelier […] E che io prenda parola: un foglio, uno schermo, qualcosa per scrivere…” Così Miljana Cunta, in un’assoluta semplicità,

Al è un proverbi antîc che al continue a jessi confermât e al reste fuart ancjemò vuê. La cuistion, dut câs, e je cemût che si dopre, parcè che “no fâ” al vûl dî ancje distruzi e dismenteâ, come che “fâ” al vûl dî ancje costruî


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